Military Brothel Exhibition Hall - 特約茶室展示館 | Kinmen Rising Project

Military Brothel Exhibition Hall - 特約茶室展示館

Nonostante le smentite ufficiali, sin dal loro arrivo sull'arcipelago, i militari del Kuomitang hanno spesso creato degli attriti con gli abitanti locali, di fatto usurpati della loro terra e spesso delle libertà individuali. Giunti più o meno improvvisamente nel 1949, i militari furono inizialmente ospitati dagli abitanti; risulta chiaro a tutti che ritrovarsi improvvisamente degli sconosciuti in casa non è proprio il massimo della vita. Non furono pochi i casi di incidenti fra civili e militari, e spesso tali "incidenti" ricaddero nella sfera delle molestie sessuali o peggio. Le cronache riportano anche casi di stupro. Piano piano vennero costruiti dormitori e caserme, ma il problema delle molestie nei confronti delle donne del luogo rimaneva. flickr-14658689007.jpgL'esercito si ritrovò così un'altra patata bollente nelle mani, dovendo far fronte alle esigenze corporali di uomini di continuo sottoposti a stress e condizioni di vita molto dure. Fu così che venne deciso di istituire delle "case da tè" particolari, dove apposito personale, dietro opportuna remunerazione, provvedeva a soddisfare le esigenze dei clienti. Undici bordelli dislocati a Jīnmén Maggiore, Jīnmén Minore e Dàdān - 大膽 che divennero operativi agli inizi degli anni '50 e che vennero definitivamente chiusi nel 1990, assieme a quelli dell'intera nazione. Secondo quanto mi risulta, la prostituzione a Taiwan è sempre stata legale, e lo è ancora, ma solamente se autorizzata mediante apposita licenza e limitata ai luoghi deputati, ovvero le case di piacere, qualunque sia la pittoresca denominazione ad esse affibiata. Attualmente oltre al distretto "a luci rosse" di Taipei, Wanhua District (萬華) in lingua taiwanese “Monga” o “Bangka” (艋舺), esistono ancora delle case di piacere il cui titolo non lascia spazio all'immaginazione; tuttavia le licenze per esercitare il mestiere più antico del mondo non vengono più rilasciate a causa della politica del governo. Pertanto pare che quando le ultime signore della notte cesseranno la propria attività, non vi sarà più nessuno in grado di esercitare legalmente la professione. In pratica, se qualcuno dotato di licenza lavora ancora in uno di questi ambienti legalizzati, può farlo, ma non potranno esserne aperti di nuovi e non può essere assunto nuovo personale dedito al mestiere.

flickr-14865095553.jpgTornando alla situazione presso l'arcipelago, il Parco Nazionale ha rimesso a nuovo uno degli edifici una volta deputati ad ospitare l'attività in questione, trasformandolo in un'esposizione permanente sui bordelli e la vita che vi ruotava intorno. Esso si trova all'indirizzo 891金門縣 - 金湖鎮 Jīnhúzhèn presso il villaggio di 小徑 - Xiǎojìng. E' conosciuto anche con l'appellativo di 軍樂園831, cioè "il Paradiso dei Militari 831", oltre che col nome ufficiale di Military Brothel Exhibition Hall (特約茶室展示館) o “Special Tea House Museum”. Per inciso, 831 è solamente il codice militare dell'edificio, visto che esso si toavava sotto la giurisdizione del comando militare. L'orario di apertura va dalle 8.30am alle 17.00 e l'ingresso è gratuito.
flickr-14658610558.jpgL'edificio consta di un cortile interno sul quale si affacciano numerose stanze. In ognuna di esse vi era un'operatrice che prestava i propri servizi. Esso è moderno, di recente costruzione, non si tratta quindi di una di quelle sale da tè della dinastia Qing spesso raffigurate nei film. flickr-14658692027.jpgTantomeno dovremmo aspettarci un atmosfera simile a quella, con giovani donne festanti in variopinti abiti che attorniano allegri clienti intenti ad ubriacarsi. All'opposto, si presenta da subito in tutta la sua militare sobrietà. Nessuna maitresse che si avventa sui clienti, lì i soldati, obbligatoriamente muniti di tesserino di riconoscimento, entravano, sceglievano l'ospite in base a dei ritratti appesi fuori dalle stanze, consumavano il loro rapporto in massimo 30 minuti e poi uscivano. Un'attività discreta, se non addirittura segreta, da attuarsi lontano dagli occhi della popolazione civile, per quanto possibile, e dagli sguardi dei puritani. flickr-14865098683.jpgAmbienti freddi, spogli, spartani, ma puliti ed in ordine, caratterizzano l'intera struttura. Le stanze, dotate di cartelli esplicativi in mandarino ed inglese, sono costituire da una camera da letto con pochi essenziali mobili ed un bagno altrettanto minimale, con un'unica finestra affacciata sul cortile interno. Oltre al letto, qualche sedia, una panca, uno specchio per truccarsi. Persino gli accessori della stanza erano ridotti all'osso. flickr-14658531000.jpgAlcune stanze più grandi venivano utilizzate come sale d'attesa d'intrattenimento, sebbene i prezzi fossero fissati da appositi listini. La popolazione civile non era ammessa, i militari dovevano acquistare dei coupon, poiché il pagamento diretto non era consentito. flickr-14658536270.jpgUn listino era be visibile all'entrata. Come si può notare dalle fotografie, esso ha subito nel corso degli anni l'effetto dell'inflazione... A parità di durata, il costo della "consumazione" variava a seconda del grado del richiedente.flickr-14658589569.jpg Tutto era gestito con regole ben precise, in modo tale da evitare situazioni spiacevoli per l'una e per l'altra parte. Il visitatore è invitato a seguire un precorso ben preciso, da una stanza all'altra, introdotto da brevi ma esaurienti spiegazioni affisse sui muri e corredate da immagini storiche. I ritratti gentili delle prostitute agghindate secondo i canoni tradizionali, sembrano ancora invitare ad accedere alle camere. Si tratta di ritratti autentici, di donne che lì realmente lavoravano, e perciò di grande importanza storica, anche se forse, poco rispettose della loro privacy... flickr-14845220865.jpgCiò che personalmente mi ha colpito è quel velo di malinconia che traspare dai loro occhi dipinti (merito del ritrattista?), scaturito da una sensazione mista di attrazione e repulsione che sembrano voler provocare. Nonostante le rassicurazioni descritte in alcuni cartelli, dove viene riferito che tutte quello donne venivano a lavorare al bordello di loro spontanea volontà, e senza costrizione alcuna da parte di qualunque autorità, è innegabile che molte di loro non abbiano probabilmente avuto altra scelta per sopravvivere. Al di là di questioni meramente etiche e morali, bisogna pensare che fare il mestiere più antico del mondo a Kinmen - Jīnmén - Quemoy - 金門 era diverso che in qualunque altra parte di Taiwan. Il motivo è semplice, l'arcipelago costituiva il fronte di una guerra combattuta per molti anni a colpi d'artiglieria. Come giustamente viene ricordato, quelle donne condivisero con i soldati non soltanto momenti d'intimità, ma anche tutti quegli aspetti che la guerra rifletteva sulla quotidianità di quei giorni. I bombardamenti, i morti, i feriti, la distruzione, la disperazione dei sopravvissuti. Alto fu il tributo di sangue che quelle povere donne dovettero pagare, come viene indicato dai poster sui muri. Per molte di esse fu una vita miserevole, con un altrettanto miserevole fine. Persino nello squallore di quella vita, vi erano donne più fortunate che lavoravano nei bordelli più rinomati, in condizioni migliori, sull'isola principale, dove probabilmente anche la clientela era di più alto livello. Le più sfortunate invece finivano nell'isolotto di Dàdān - 大膽, uno dei bersagli preferiti dell'artiglieria nemica. Un agglomerato di fortificazioni relegato su di un mucchio di roccia, privo di qualunque comfort e distrazione, le donne erano sole fra individui addestrati ad uccidere con qualunque mezzo, rinchiuse per tutto il tempo in ambienti chiusi e soffocanti, oppresse dalla canicola estiva o dal freddo vento dello stretto. Un luogo talmente reietto da essere soprannominato "inferno in terra".
Nonostante tutto l'orrore che la loro situazione comportava, la cronaca del tempo riporta anche di alcune operatrici che si innamorarono di qualche soldato, col quale riuscirono a stabilire un qualche tipo di relazione sentimentale. Si narra anche di storie a lieto fine, ma si tratta comunque di eccezioni.

Forse non diverrà mai l'attrattiva più famosa di Kinmen, tantomeno quella più pubblicizzata. A mio modesto parere comunque una visita al 軍樂園831 dovrebbe essere fatta non con spirito di scherno o con la leggerezza che un tale ambiente potrebbe ispirare, bensì con un atteggiamento di profondo rispetto verso quelle donne che vi lavorarono, per la loro misera vita e per tutta la sofferenza che hanno patito, per il loro sacrificio che, volenti o nolenti, hanno offerto alla propria patria. Per queste ragioni credo ci si debba avvicinare con lo stesso sentimento di rispetto che si deve ai luoghi ove riposano le spoglie di persone che diedero la vita per ciò in cui credevano. La vita di una prostituta, non vale meno di quella di un soldato o di un altro civile.

Paradise in Service è un film uscito a Taiwan nel settembre 2014, e narra le vicende di un soldato di stanza a Kinmen, assegnato alla biglietteria di un bordello, che si innamora di una delle prostitute.

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